Filosofo danese. Condusse vita appartata, dedita unicamente alla riflessione sui
problemi dello spirito. I fatti più salienti sono la rottura del
fidanzamento con Regina Olsen e le polemiche con il giornale umoristico "Il
Corsaro" e con il vescovo di Danimarca, Mynster. Nel 1842 seguì a Berlino
le lezioni di Schelling ma senza subirne un influsso decisivo; ebbe invece
profonda ammirazione per il poeta-filosofo P. Moeller che lo iniziò alla
comprensione dei Greci e specialmente della personalità di Socrate. La
feconda attività letteraria di
K. si può dividere in tre
gruppi: le
Opere pseudonime; gli
Scritti edificanti; le
Carte pubblicate dopo la sua morte. Il primo gruppo rappresenta la
comunicazione indiretta, cioè la presentazione delle situazioni ideali
dell'esistenza umana estetica, etica, religiosa, e per questo sono attribuite a
speciali pseudonimi i quali non vanno scambiati con il vero autore. Le
principali in ordine cronologico sono:
Sul concetto dell'ironia (tesi di
laurea del 1841);
Aut-aut (1843): consta di due parti che trattano
rispettivamente della vita estetica ed etica con una riflessione finale
d'ispirazione religiosa;
Timore e tremore (1843);
Briciole di
filosofia (1844); si pone per la prima volta il problema della verità
esistenziale come il paradosso assoluto di Cristo uomo-dio;
Il concetto
dell'angoscia (1844);
Postilla conclusiva non scientifica alle briciole
di filosofia: è l'opera teoretica principale di
K. contro
l'immanenza;
La malattia mortale (1849);
Esercizio del
cristianesimo (1850);
Il momento: serie di fascicoli polemici contro
la cristianità stabilita del Protestantesimo danese. Il secondo gruppo di
Opere forma la comunicazione diretta; esse furono perciò
pubblicate col nome di
K. I Discorsi edificanti accompagnano tutta
l'attività letteraria di
K. e devono fornire ai lettori il vero
orientamento del pensiero dell'autore delle opere pseudonime. Le principali
collezioni di
Discorsi edificanti sono:
Gli atti dell'amore
(1847): un vibrato commento alla teologia di San Paolo dell'amore;
Il giglio
del campo e l'uccello dell'aria (1849);
Discorsi cristiani (1847):
trattano della lotta e della sofferenza nella vita cristiana. Il terzo gruppo
delle
Carte comprende il
Diario propriamente detto, correzioni,
appunti e riflessioni o articoli non pubblicati e infine appunti di letture. I
capisaldi della concezione kierkegaardiana possono essere riassunti nei seguenti
punti: professione di realismo: mondo, uomo e Dio rappresentano sfere distinte
dell'essere e l'uomo può rapportarsi sia al finito (vita estetica), come
all'infinito (vita etico-religiosa), contro l'idealismo immanentista
specialmente hegeliano; professione di spiritualismo: l'uomo è un
soggetto libero che deve decidere del suo essere come spirito e decide
precisamente con la scelta; ma questa scelta si salva soltanto nella fede e con
essa nella trascendenza autentica contro ogni forma di materialismo,
soggettivismo e immanenza anche socratica; professione di cristianesimo: nella
persona di Cristo uomo-dio s'incontrano tempo e eternità, finito e
infinito e così Cristo ha potuto salvare il mondo dal peccato con la sua
vita, passione e morte; ma Cristo è Grazia e modello insieme e ciò
significa che il cristiano, se è salvato per la Grazia di Cristo,
è obbligato anche a mostrare la sua corrispondenza e riconoscenza alla
Grazia con l'imitazione di Cristo: momento dell'ascesi, contro l'eudemonismo del
Cristianesimo protestante. Questi tre punti rappresentano approssimativamente
anche le tre fasi principali dell'esistenza di
K., specialmente
nell'ultima lotta contro la concezione del Cristianesimo del vescovo Mynster
(Copenaghen 1813-1855).